Il 1 maggio è il giorno più importante e più sentito di tutta la festa, quello durante il quale i fedeli accompagneranno il Santo nella tradizionale processione, che va dalla piccola chiesa di Stampace a lui dedicata, fino a quella di Nora, per poi fare il percorso inverso il 4 maggio.
Questo il programma generale:
Successivamente, la statua del Santo, sul cocchio di gala, dalla Chiesa di Sant’Efisio si dirige verso il Municipio scortata dall’Arciconfraternita e preceduta e seguita dai fedeli provenienti da tutta la Sardegna.
La Processione è aperta dai Cavalieri del Campidano, in sella a cavalli addobbati con coccarde e rosette. Quindi è la volta dei Miliziani, armati di archibugio e sciabole. A seguire il corpo della Guardianìa a cavallo, in frac nero, cilindro e fascia azzurra ai fianchi. In prima fila, il Terzo Guardiano regge il Gonfalone dell’Arciconfraternita. In frac e cilindro, con una fascia tricolore sui fianchi, procede l’Alter Nos, rappresentante del sindaco di Cagliari. Quindi procedono i membri dell’Arciconfraternita del Gonfalone, introdotti da un confratello che regge un crocifisso del ‘700. Due confratelli, chiamati “i Collaterali”, hanno il compito di stare ai lati del cocchio durante tutto il percorso della Processione e aprono le porte quando si ferma per consentire ai fedeli di depositare all’interno fiori, offerte, ex-Voto e suppliche. L’arrivo del cocchio di fronte al Municipio di Via Roma, preannunciato dal suono delle launeddas (tipici strumenti musicali sardi a fiato costruiti con tre canne di giunco) e dai canti religiosi in sardo, è preceduto dalle reliquie custodite dal 151° Reggimento Fanteria “Sassari” ed è salutato dalle sirene delle navi. Parte del percorso processionale è ricoperta da una coltre di petali e essenze profumate: il rituale, in sardo s’arramadura, rappresenta l’omaggio dei devoti al Santo.
Lasciata Cagliari, dopo l’omaggio del Villaggio dei Pescatori, il pellegrinaggio giunge alla Chiesetta di Sant’Efisio di Giorgino per il cambio degli abiti. Vengono rimossi i gioielli e si procede al cambio delle vesti, sostituite da altre più semplici. La statua viene trasbordata su un carro da viaggio, detto “cocchio di campagna”.
Il pellegrinaggio prosegue fino a Maddalena Spiaggia, dove i fedeli accorrono dalla vicina Capoterra (anticamente chiamata Villa Sant’Efisio). La terza tappa viene effettuata nella località detta “Su Loi”, con la celebrazione di una Messa.
Al tramonto la processione giunge nella Cappella della prestigiosa Villa d’Orri dei marchesi Manca di Villa Hermosa, dove viene officiata la benedizione eucaristica. Al termine il corteo riprende il viaggio e arriva a Sarroch. Il cocchio viene accompagnato fino alla chiesa di Santa Vittoria dove viene celebrata una Messa solenne e qui avviene la sosta per la notte.